La Villa Romana di Patti Marina fu scoperta casualmente nel 1973 durante i lavori di costruzione dell’autostrada ME-PA e si trova a pochi chilometri di distanza dalla città di Tindari, in una zona pianeggiante vicina alla sponda destra del torrente Montagnareale,  nei pressi del percorso della strada consolare che collegava Messina a Palermo e da lì a Lilibeo (via Valeria).

Gli scavi furono avviati nel 1976, sotto la direzione del Dott. Giuseppe Voza, ed hanno riguardato diverse parti della villa che, tuttavia, rimane ancora per gran parte inesplorata.

La villa fu costruita nel IV secolo d.c. al di sopra di strutture precedenti che si datano dal I secolo a.c. al III secolo d.c.

Fu distrutta da un violento terremoto alla fine del IV secolo d.c. Dopo il terremoto, fra il VI e il VII secolo d.c., fu in parte ricostruita ma ridotta nella sua estensione.

In Sicilia la villa costituiva la residenza dei ricchi signori latifondisti.

Al VI-VII secolo d.c. si datano alcune sepolture, trovate nell’area delle terme della villa, i cui corredi sono esposti all’interno dell’antiquarium. Inoltre in essa si conservano anche alcuni capitelli di modeste dimensioni.

  • Ingresso secondario
  • Portico del peristilio
  • Sala tricora
  • Sala absidata
  • Vano con mosaico della medusa
  • Impianti termali
  • Portico esterno
  • Peristilio della villa
  • Tablinum della villa con mosaico di Bacco

Il nucleo principale della villa, orientato in senso Nord-Sud, è costituito da un ampio peristilio rettangolare su cui si aprono diversi ambienti tra cui i più importanti sono  una sala absidata ad Est ed una con tre absidi a Sud.

 

Nel cortile centrale sono stati rinvenuti i resti di alcune stanze organizzate intorno ad una sorta di atrio e pertinenti ad un edificio databile nel II-III secolo.

A Nord del peristilio si colloca un grande cortile rettangolare circondato da ambienti, a Nord del quale doveva trovarsi l’ingresso principale della villa.

Un impianto termale, non ancora indagato in maniera completa, si colloca a Nord Est del peristilio.

Il  portico del peristilio della villa è decorato con un mosaico pavimentale a motivi geometrici, mentre la parte centrale del  pavimento della sala tricora presenta una serie di medaglioni circolari e di ottagoni curvilinei con la raffigurazione di animali domestici o selvatici; in un ambiente sul lato occidentale del peristilio si trova l’unico mosaico figurato finora messo in luce nella villa: all’interno di motivi geometrici è inserito un emblema centrale raffigurante una testa di medusa. Il portico era pilastrato e le uniche colonne che scompartivano l’ingresso degli ambienti principali erano in muratura.

I mosaici della villa di Patti, come quelli della villa di piazza Armerina e della villa del Tellaro, rivelano influenze stilistiche africane. Ciò si spiega con la presenza di maestranze artigiane che dall’Africa arrivano in Sicilia grazie ai contatti commerciali che la Sicilia aveva con l’Africa in questo periodo.

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