archivio
arcamagna2

ARCA MAGNA

L’Arca Magna è l’Archivio del Capitolo della Diocesi di Patti e custodisce i più antichi documenti civili di Patti, a partire dal 1094, mentre quelli della Curia o dei notai cittadini cominciano dalla metà del XVI secolo. Conserva anche antiche raccolte di pergamene, manoscritti e diplomi regi, risalenti all’epoca dei normanni. A causa dei preziosi documenti conservati, l’accesso è riservato ad esperti o studiosi e, comunque, deve essere concesso dalla curia.

Con la guida del Sac. Prof. Scalisi Basilio abbiamo avuto il privilegio di consultare alcune delle preziose pergamene dell’Arca Magna:

1. Atto di fondazione del monastero SS.mo Salvatore in Patti.

2. Documento del 1105, dal quale apprendiamo che un certo Ugo Credonensis (di Creun) effettua una permuta di 10 villani con l’abate Ambrogio e gli dona alcune terre nel casale di Sicrò.

3. Documento del 1111, donazione di 10  saraceni e del casale di Abdelvachate presso Trapani, fatta dalla regina Adelasia col figlio Ruggero all’abate di Lipari.

4. Documento del 1111 in greco, tradotto in latino dal Collura e in siciliano da frate Girolamo di Raccuja, in cui la regina Adelaide mentre dimora a Messina con il figlio Ruggero accoglie la richiesta di un certo Riccardo Malet.

5. Documento datato tra il 1105 e il 1130: Achino da Vizzini dona un appezzamento di terreno e sei villani nei pressi di Licodia.

6. Pergamena del 1108, donazione della regina Adelasia delle decime dei giudei che si trovano a Termini.

7. Pergamena del 1094, donazioni del conte Ruggero al monastero da lui stesso fondato.

8. Platea villanorum (1134-1148?), cioè l’elenco dei contadini che dovevano coltivare le terre del vescovo; erano 344, 102 a Naso, 61 a Fitalia, 69 a Panagìa, 59 a Librizzi e inoltre 53 saraceni; di questi riportiamo alcuni nomi e cognomi che si conservano nell’odierna onomastica: Farandas, Changemis, Papa, Panta, Maimuni, Vanadias, Morabito, Caloiuri… Vedremo il documento anche in originale. Qui appresso un particolare della pergamena.

La pergamena

È stato entusiasmante per noi alunni avere l’opportunità di consultare un materiale così ricco e importante, cui hanno attinto gli studiosi di tutti i tempi, dal secolo XVII ai nostri giorni, tra i quali Rocco Pirro (Sicilia Sacra), Rosario Gregorio (Considerazioni sulla Storia di Sicilia dei tempi dei Normanni), i pattesi Nicola Giardina (Patti e la cronaca del suo Vescovato) e Giovanni Crisostomo Sciacca (Patti e l’Amministrazione del Comune nel Medio Evo), Salvatore Cusa (I Diplomi greci di Sicilia), Carlo Albero Garufi, l’inglese White e i tedeschi Girgenshon, Kamp e Falkenhausen, Paolo Collura, M. B. Foti, Catalioto e De Luca dell’università di Messina; Don Alfonso Sidoti che ha trascorso gli ultimi anni della sua vita attiva soprattutto nell’Arca Magna, promuovendone la conoscenza e guidando gli studenti per la compilazione di tesi ed egli stesso autore di testi apprezzabili e propedeutici per ulteriori ricerche.

Un particolare approfondimento è stato da noi compiuto sul documento Pergamena del 1108, letto, trascritto e tradotto.

La pergamena n.76 è un privilegium, scritto dal cappellano della contessa Johannes tuscanus, con il quale la reggente Adelasia, assieme al figlio Ruggero, dona alla chiesa di San Bartolomeo, governata dall’Abate Ambrogio le decime dei giudei che stavano in Termini Imerese.

LA REGGENTE ADELASIA (ADEALIDE) DONA ALL’ABATE AMBROGIO,  PER LA CHIESA DI S. BARTOLOMEO, LE DECIME DEI GIUDEI DI TERMINI (1107)

  1. Anno ab incarnatione domini nostri Jesu Christi millesimo centesimo octavo,
  2. indictione decimaquinta. Domino abbate Ambrosio aecclesiam sancti bartholomei
  3. feliciter gubernante. Ego Adalaidis comitissa siciliae et calabriae dedi
  4. aecclesiae sancti bartholomei cum  filio meo Rogerio decimas iudeorum qui
  5. sunt ad termas pro redemptione animae meae et domini mei comitis
  6. Rogerii omiumque parentum meorum. Huius rei sunt testes: + Chrispophorus
  7. amiratus +Philippus flamiger +Robertus avenellus +Radulfus belva-
  8. scensis. +Ego Johannes tuscanus comitissae capellanus precepto dominae comi-
  9. tissae et hortatu scripsi hanc cartam et dedi illam in manu fratris
  10. Roberti arpionis coram domina comitissa. + Signum eiusdem Adelaidis.

TRADUZIONE

Nell’anno 1108 dall’incarnazione di nostro Signore Gesù Cristo indizione xv.

Quando l’Abate Ambrogio governava felicemente la chiesa di San Bartolomeo.

Io Adelaide contessa della Sicilia e della Calabria ho donato alla chiesa di San Bartolomeo con mio figlio

Ruggero le decime dei Giudei che si trovano a Termini Imerese per la salvezza della mia anima e il mio signor

conte Ruggero e di tutti i miei familiari.

Di questa donazione sono testimoni Cristoforo Amirato, Filippo Flaminger, Roberto Avenello, Rodolfo Belinscienso.

Io Giuseppe Tuscano cappellano della contessa per ordine ed invito della signora contessa ho scritto questo

documento e l’ho consegnato nelle mani del fratello Roberto Arpione in presenza della regina.

+ Adelasia

Il documento, datato secondo alcuni studiosi nel 1108, secondo altri composto nel 1107 è di notevole interesse:

  • Probabilmente il segno della croce con cui si apre è stato tracciato dalla mano della contessa;
  • In esso Adelaide dichiara di decidere anche per conto del figlio Ruggero;
  • Vi è nominato, tra i testimoni Christoforus amiratus, importante personaggio;
  • Attesta che in quel tempo un consistente gruppo di giudei svolgeva a Termini attività commerciale e che le decime offerte  in dono alla chiesa di San Bartolomeo dovevano essere rilevanti. Non sappiamo tuttavia fino a quando furono percepite (alla metà del secolo XVII “non si possedevano più”; nello stesso periodo scomparve anche la comunità giudaica di Termini Imerese).¹

¹Garufi, in appendice al saggio, Il più antico diploma purpureo con scrittura greca, in Archivio Storico Siciliano N.s, 47-48 (1927), p.133.

Facebook
Facebook