L’origine e la storia di Patti sono strettamente legate alla decadenza dell’antica città greco-romana di Tindari, oggi sua frazione e uno dei più importanti siti archeologici e devozionali della Sicilia. La fisionomia del centro abitato si presenta molto sviluppata con un grande centro storico arroccato sulla collina intorno alla Cattedrale, al palazzo vescovile, al seminario e agli altri palazzi storici, che digrada verso la costa fino al suo borgo marinaro detto Marina di Patti. Le prime notizie storiche che testimoniano l’esistenza della città di Patti risalgono al 1094, quando il gran conte Ruggero I di Sicilia fondava in Patti il monastero benedettino. La città di Patti si sviluppo attorno al “castello”,dove nel corso degli anni si formo un borgo che pian piano si estese. Il borgo sorgeva una volta varcata la porta reale, costruita dello stesso materiale utilizzato nel teatro greco-romano di Tindari.Veniva utilizzato il tufo un materiale tenero presente nelle cave.
La chiesa di sant’Ippolito costruita nel IV secolo a una navata, ma successivamente subì dei cambiamenti a causa di vari terremoti come quello del 1978 che apportò ingenti danni all’edificio. Nel 1500 la chiesa necessitava di manutenzione e così venne sollevata di un piano. Successivamente fu colpita da bombardamenti e terremoti che distrussero quasi tutto, ad esempio:il quadro di sant’Ippolito, l’organo a canne e l’altare maggiore. Di conseguenze a tutti questi avvenimenti venne proposti di abbattere la chiesa ma nel 1935 il vescovo non diede il consenso di abbatterla ma solo di eliminare la facciata. Nelle varie ricostruzioni sono stati eliminati gli stucchi veneziani. L’unica parte rimasta è l’abside. All’interno della chiesa sono presenti dei quadri di alto livello come quello di Pietro Novelli, un allievo di Caravaggio e Antonello Messina. Nella chiesa sottostante a quella attuale vennero ritrovati 234 sacchi di ossa. Le ossa ritrovate erano dei nobili del borgo che venivano seppelliti all’interno e per questo motivo era chiamata “la chiesa dei nobili. All’interno della cappella dedicata a santa Febronia è presente un crocifisso del 1500. Santa Febronia è la patrona di Patti e si fece battezzare nella chiesa dell’Acquasanta.
La chiesa degli Agonizzanti è stata voluta dal vescovo Montineri nel 1681. E’ dedicata a santa Maria. All’ interno sono presenti degli stucchi Serporttiani. Il quadro presente sull’altare è una copia perché al momento del restauro lo portarono a Palermo dove si dice che sia stato rubato. La cupola è stata distrutta nel terremoto ma sono sopravvissute le 4 statue che rappresentano la temperanza, la prudenza, la giustizia e la fortezza.
La chiesa patronale nel quartiere pollini chiamata cosi perché nell’antichità era presente un tempio dedicato al dio apollo. La leggenda dice che santa Febronia era di origine pagana e si innamorò della parola di Dio; il padre non voleva che lei si battezzasse cosi la giovane scappò e si fece battezzare nella chiesa all’acquasanta, e poi si nascose a grotte di Mongiove dove il padre la rintracciò e la uccise. Al momento dell’uccisione erano presenti diverse persone che per disperazione presero il corpo delle giovane e la misero dentro una cassa e la gettarono in mare. Il corpo portato dal mare approdò a Minori, nel Salernitano, dove viene ancora oggi venerata con il nome di Santa Trofimena.
La cattedrale ospita all’interno le spoglie della regina Adelasia. Le opere presenti sono riconducibili all’età arabo-normanna. Per costruire il portale è stata usata la pietra lavica che fu importata dall’Etna e dalle isole Eolie. I capitelli sono di origine zoomorfa e fitomorfa, i piedritti sono originali. All’interno della cattedrale è presente un organo del settecento restaurato poi nel 2008. Inoltre e’ presente il sarcofago della regina Adelasia, opera rinascimentale. La regina, dopo essere rimasta vedova si risposò ma rimase prigioniera del marito, successivamente decise di porre la sua vita nel convento delle monache benedettine. Morì a Patti il 16 aprile 1118.