Il Museo Regionale di Messina

Il museo regionale di Messina fino al 2017 era situato nei locali dell’ex filanda Barbera-Mellinghoff, una costruzione tardo ottocentesca individuata come sede del museo dopo il terremoto del 1908. La collezione oggi viene esposta in plesso adiacente, inaugurato nel 2017 e progettato negli anni ’70. Al suo interno vengono conservati dipinti, opere scultoree, oggetti d’arte e manufatti decorativi preziosissimi che comprendono opere di artisti di grande rilievo, come Antonello da Messina e Caravaggio.

Fra le opere maggiori di Caravaggio, troviamo l’opera “La resurrezione di Lazzaro”, risalente al 1609. Quest’opera venne commissionata a Caravaggio da un mercante genovese.

La resurrezione di Lazzaro

In quest’opera viene rappresentato il momento in cui Lazzaro, morto, viene trasportato al cimitero. Qui viene raffigurato il miracolo, il momento in cui Gesù indica Lazzaro con l’indice. Il corpo di Lazzaro viene rappresentato in penombra, nonostante sia visibile un accenno di vita nei rigidi movimenti che sembra compiere. Lo sfondo scuro dona un’aria all’intera opera, e come tratto distintivo del Caravaggio, troviamo anche un suo autoritratto, rappresentato dall’uomo con le mani giunte posto dietro Gesù.

 

Leggìo a forma di pellicano

All’interno del Museo Regionale di Messina, troviamo anche un “Leggìo a forma di pellicano”, del XVI secolo appartenente alla scuola di Renana.

 

Adorazione dei pastori

Un’altra opera attribuita a Caravaggio, è l’ “Adorazione dei pastori”, realizzata in olio su tela nel 1609. Con quest’opera, il pittore inaugura il cosiddetto genere della “Natività Povera”, che ha avuto grandissima fortuna nella pittura settecentesca.

La scena è ambientata all’interno di una stalla: Maria, sfinita dal viaggio e dal successivo parto, giace sdraiata per terra, e regge in grembo il bambinello che dorme. Dinanzi a loro, San Giuseppe ed i pastori sono disposti in maniera da formare una croce, mentre sullo sfondo troviamo il bue e l’asino.

Madonna della Ciambretta

Questo mosaico, raffigura una Madonna con Gesù bambino in trono e un monaco sul lato sinistro. Il nome di quest’opera deriva dal francese “chambrette” tradotto “cameretta”, con tutta probabilità per la sua collocazione dentro una nicchia decorata con motivi stilizzati che l’accoglieva. La Madonna è seduta frontalmente su un trono circolare con i piedi appoggiati su una pedana, mentre regge in grembo il Bambinello.

Ai suoi piedi, il monaco viene identificato come San Gregorio, il quale riceve da Lei una pergamena con una scritta di non evidente interpretazione.

Nettuno

Troviamo una scultura che simboleggia la città di Messina, Nettuno.

Questa è la scultura del Nettuno originale, situata nel Museo Regionale di Messina. L’imponente opera vede rappresentato il dio del mare avente, originariamente, un tridente impugnato con la mano sinistra e il braccio dentro proteso nell’atto di dominare e placare il mare. Questa scultura è stata realizzata in marmo ed ha un’altezza di circa 5 metri.

 

 

Historia Traiana

Vi sono conservate anche alcuni manoscritti antichi, come spartiti, antichi ricettari, storie e guide riguardanti l’anatomia. Questo è uno scritto in latino di Guido delle Colonne , chiamato “Historia Traiana”, databile intorno al XIV secolo.

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