PATTI
Patti è una città di circa 13.000 abitanti, che sorge sul golfo omonimo della costa settentrionale siciliana. Il suo territorio geografico è delimitato ad oriente dal promontorio di Tindari, ad occidente dal monte Meliuso o di Gioiosa e a mezzogiorno dalla Fontana del Re uno sperone del monte Polverello. Da questa zona che in linea d’aria dista circa 20 Km dalla costa ha origine il fiume Timeto o Fiume di Patti; ad ovest di questo scorre un altro corso d’acqua, il Montagnareale, sulla cui sponda destra in prossimità del mare, nel 1973, sono stati ritrovati i resti di una Villa romana del periodo tardo-imperiale.
Il problema delle origini di questa cittadina a detta degli studiosi di Storia Pattese risale al 1094 e le prime citazioni sulla presenza di questo luogo si hanno nel 1228 nel Dizionario Alfabetico dei paesi, compilato dall’erudito arabo Yaqut e nella Breve istoria della liberazione di Messina pubblicata nel 1715 da Baluzio; le notizie sono comunque spesso discordanti ma in ogni caso la maggior parte degli studiosi sono concordi nell’affermare che “la storia vera di Patti …..comincia…….con il monastero dei Benedettini fondato dal Conte Ruggero”.
Il toponimo però, poteva preesistere alla “venuta dei Normanni” e il territorio doveva appartenere a Tyndaris colonia greca fondata nel 396 a.c., fondazione documentata sia dal punto di vista archeologico che letterario. Si pensa anche che furono i Tindaritiani che dettero alla nativa comunità il nome di Patti.
Il toponimo però, poteva preesistere alla “venuta dei Normanni” e il territorio doveva appartenere a Tyndaris colonia greca fondata nel 396 a.c., fondazione documentata sia dal punto di vista archeologico che letterario. Si pensa anche che furono i Tindaritiani che dettero alla nativa comunità il nome di Patti.
Ricca di storia, arte e cultura, per un viaggiatore andare alla scoperta di questo territorio risulta interessante e stimolante. Cosa vedere?
BASILICA CATTEDRALE “SAN BARTOLOMEO”
La Basilica cattedrale di San Bartolomeo è il principale luogo di culto di Patti.
La chiesa sorge accanto al palazzo vescovile e al seminario, il prospetto principale si affaccia a ponente su via Cattedrale ed è la più grande e antica delle chiese di Patti.
La Chiesa ha subito vari lavori di ristrutturazione e molte ricostruzione, e durante un intervento di restaurazione è stata eseguita la rimozione dell’intonaco della parete di prospetto ed è stato rinvenuto il portale centrale in stile normanno, costituito da tre colonne per lato inframezzate da colonnine più esili che reggono capitelli con figure zoomorfe che sorregge un arco acuto. L’antica decorazione marmorea, superstite ai numerosi eventi sismici, è integrata da sobrie modanature moderne che sostituiscono le parti mancanti lasciando intatto il fasto degli antichi fregi. In conseguenza della messa in luce del prospetto normanno è stato spostato il portale barocco del 1747 sul fianco destro della Chiesa.
All’interno della chiesa troviamo varie opere di importante valore, ad esempio la nicchia posta fra paraste e arricchita da corona con fregio a baldacchino che ospita la statua in marmo della “Vergine col Bambino” del 1500, opera del carrarese Antonio Vanella affine alle opere del Rinascimento siciliano e alla rinomata bottega di Domenico e Antonello Gagini.
Le due cappelle laterali, in onore del SS. Sacramento quella a sinistra, e a S. Febronia, patrona e concittadina di Patti, quella a destra, sono state fatte edificare rispettivamente dai vescovi Pisano e Mineo.
All’interno della Cattedrale troviamo le tombe di mons. Vincenzo Napoli (vescovo insigne anche per miracoli) e della Regina Adelasia (Madre di Ruggero, primo re di Sicilia)
Negli affreschi dei riquadri laterali sono raffigurati rispettivamente San Pietro e San Paolo. Al centro la cattedra vescovile, disposto lungo le pareti laterale del presbiterio, il coro ligneo in stile barocco del XVIII secolo.
Nell’archivio capitolare affidato alla custodia dei canonici denominato “Arca Magna” sono raccolti e custoditi tutti i documenti che testimoniano gli avvenimenti risalenti all’epoca normanna e. Nell’Arca Magna è collocato il decreto originale firmato dal conte Ruggero nel 1094 con il quale egli fondava il monastero di Patti.
MUSEO DIOCESANO
La Diocesi di Patti comincia a realizzare un Museo Diocesano a partire dall’ultimo ventennio. Il Vescovo di Patti ai tempi mise a disposizione alcuni ambienti al primo piano del palazzo vescovile.
La visita al Museo consente di ammirare alcuni stemmi dei 102 vescovi che hanno operato dal 1094 ad oggi e opere che rimandano al ricco patrimonio costudito in vari conventi, chiese e monasteri all’interno della Diocesi.
Le oltre quattrocento opere di pregio che costituiscono l’attuale Museo appartengono a varie tipologie artistico/culturali e a diversi periodi. Complessivamente tali manufatti si presentano come “documenti” ai fini della ricostruzione delle dinamiche culturali che hanno interessato la vita religiosa della comunità della Diocesi.
Possiamo dire che la raccolta è prevalentemente composta da documenti ed opere in oro, argento e tessuti preziosi che rivelano l’operosità della tradizione religiosa a cui rimandano e sono importanti fattori costitutivi della storia.
Alcuni esempi di ciò che possiamo ammirare sono reliquiari, teche, pissidi, calici, campanelli, candeliere, corone, navette, ostensori e candelabri in argento, tutto lavorato finemente, alcune semplici e altre sbalzate e cesellate, capitelli in pietra proveniente da antiche Chiese non più esistenti, carteglorie in argento e legno dorato, vari crocifissi, libri liturgici di varie epoche e mitrie vescovili.
ARCA MAGNA
Il materiale dell’Arca Magna copre circa 900 anni di storia del 1094, consta di 587, 44 volumi del Fondo d’Amico, un Libro Maestro, una Giuliana e altri fondi riguardanti la mensa del Capitolo e la Cattedrale di Patti.
Carte e pergamene costituiscono documentazione preziosa e unica che attesta diritti, privilegi, concessioni e atti emanati da autorità civili ed ecclesiastiche a partire dall’epoca normanna.
Accanto alla storia ‘istituzionale’ viene fuori anche lo spaccato della comunità pattese nel suo complesso e la testimonianza della ricchezza di interessi economici del vescovato di Patti.
Un ruolo fondamentale nella sistemazione dell’Archivio lo riveste mons. D’Amico nella seconda metà del XVII secolo che curò la risistemazione dell’archivio con criteri che hanno contribuito positivamente alla conservazione di tutto questo imponente materiale.
Tra il Sei ed il Settecento gli storici siciliani Rocco Pirri e Rosario Gregorio l’uno per costruire la storia del vescovato e l’altro per le sue indagini sull’organizzazione amministrativa dell’isola.
Nel XIX secolo vari storici come G.C. Sciacca, L.T. White P.F. Kehr, V. von Falkenhauser e A. Sidoti hanno tracciato le linee essenziali della vicenda storica del vescovato di Patti.
Ultima, in ordine di tempo, è l’iniziativa dell’Università di Messina e del Rotary Club di Patti.
La mostra fotografica offre al visitatore la possibilità di conoscere preziose testimonianze documentarie ed ammirarne qualità e ricchezza.
CHIESA DI SANT’IPPOLITO
Posta tra le due alture, quella dov’è attualmente la Cattedrale e quella dov’era il Monastero delle Clarisse, la Chiesa di Sant’Ippolito si trovò naturalmente al centro della vita civile e sociale di Patti.
Grazie alle Costituzioni Sinodali di mons. Arnaldo Albertin del 1537 sappiamo che annesse alla Chiesa c’erano le cappelle di Sant’Agata, San Girolamo, San Giacomo e Santa Maria dei Greci.
Al XIV secolo risale il bell’arco ogivale venuto alla luce durante i recenti restauri.
La Chiesa attuale fu costruita su quella precedente tra la fine del XVI secolo e l’iniziò del XVII secolo anche se nel corso del 1910 la Chiesa ha corso il rischio di essere demolita ma, accantonata l’idea della demolizione, nel 1934 si propose di allargare la parte della Chiesa prospiciente il palazzo del Comune.
Dal 1943 vi furono trasportati dalla Chiesa di San Francesco il Crocifisso e la Statua dell’Immacolata.
Si possono ammirare poi le cappelle laterali del Santissimo Sacramento e dell’Immacolata, entrambe incorniciate da archi in pietra scolpita.
CHIESA SANT’ANTONIO ABATE
Inizialmente dedicata a San Nicasio, la chiesa di Sant’Antonio, costruita nel XIV secolo, sorge sul piccolo promontorio in fondo alla strada che prende il nome dallo stesso santo. Venne chiusa al culto durante la seconda guerra mondiale per i danni provocati, e riaperta il 4 agosto 1984 dopo vari e accurati restauri. Sul lato sinistro del sagrato della chiesa vi è una lapide commemorativa della condanna a morte e fucilazione di 12 Alcaresi. Cita esatte parole “SU QUESTO PIANO, A SEGUITO DELLA RIVOLTA DI ALCARA LI FUSI IL 20 AGOSTO 1860 IN ESECUZIONE DELLA SENTENZA DELLA COMMISSIONE SPECIALE DI GIUSTIZIA FURONO FUCILATI DODICI CITTADINI ALCARESI COLPEVOLI DI ECCIDIO VITTIME DI ANTICHI SOPRUSI. Una scoperta sorprendente venne fatta nel 1986 quando vennero scoperte alcune tracce di dipinti risalenti al 1648, di grande valore. L’architettura presenta, al suo interno, tre navate, divise da colonne corinzie monolitiche. Al centro dell’altare maggiore è collocata la statua di Sant’Antonio Abate. Nella nicchie di sinistra e destra, si trovano quadri realizzati dal messinese Carmelo Denaro raffiguranti, San Biagio (1991) nella nicchia sinistra e Santa Apollonia (1991) in quella di destra.
BIBLIOTECA “DIVUS THOMAS”
La Biblioteca del Seminario vescovile “Divus Thomas”, in onore di San Tommaso D’Aquino, è un’importante testimonianza della costante cura e attenzione che i Vescovi diocesani hanno riservato all’importante compito di formare quanti sono scelti per il ministero presbiterale. Essa testimonia la storia delle discipline insegnate nel corso del tempo, infatti per molto tempo il Seminario è stato l’unico luogo d’istruzione superiore. La storia della Biblioteca è sicuramente una storia di relazioni ecclesiali, affettive e culturali ed al suo interno si trovano: testi per la formazione primaria e secondaria, testi classici della letteratura latina e italiana, enciclopedie e testi per la formazione teologica e spirituale (parte più ampia della libreria). Ad arricchire la biblioteca hanno sempre contribuito i lasciti di numerosi Vescovi e Sacerdoti ed anche laici che hanno contribuito alla formazione dei futuri presbiteri. Ad oggi la Biblioteca conta più di 45.000 volumi, costituendo una delle più significative testimonianze di una tradizione di studio che ha alimentato lungo i secoli , la crescita culturale dell’intera comunità. Di inestimabile valore è il “fondo antico” costituito dagli incunaboli, dalle cinquantine e dai volumi editi prima del 1856.
BASILICA CONCATTEDRALE
La Basilica Concattedrale, chiamata anche “Basilica blu” a motivo del suo colore, è dedicata ai “Santi Martiri del XX secolo” e si innalza a Patti nella contrada Segreto-S.Giovanni di Patti. Sorge in linea d’aria a poco più di cinquecento metri dalla Cattedrale normanna e guarda dall’alto l’abitato del golfo di Patti.
Nella cittadina di Patti la Basilica di San Bartolomeo è il luogo della Cattedra, da dove il vescovo esercita la sua missione pastorale, soprattutto nell’ultimo ventennio la frequente convocazione di assemblee ha evidenziata la difficoltà di accesso e la ristrettezza della Cattedrale, ne è conseguito che molte liturgie sono state celebrate nel Santuario di Tindari. Tutto questo ha portato alla riflessione sulla costruzione di un nuovo spazio più ampio è più accessibile adeguate alle esigenze rituali e al numero di partecipanti e anni dopo all’inizio della costruzione della Concattedrale.
I lavori di costruzione iniziarono venerdì 28 marzo 2008, dopo sei anni di attività previe e burocratiche, con la benedizione del cantiere e della prima pietra da parte dell’allora vescovo di Patti mons. Ignazio Zambito; sono stati completati nel settembre del 2012.